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Coco: “Il gossip mi ha massacrato, scritte tante menzogne. Ora sono felice”

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L'ex terzino di Milan e Inter ha raccontato in un'intervista la sua nuova vita dopo il ritiro dal calcio giocato

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Francesco Coco, ex terzino di Milan, Inter e Nazionale, in un'intervista concessa a tuttomercatoweb.com ha parlato della sua vita dopo il ritiro dal calcio giocato, senza dimenticare le tante voci extra campo che hanno caratterizzato la sua carriera: "La Lega Serie A ha fatto la sua tv su Youtube per tutto il territorio MENA (Middle East and North Africa) che comprende tutti i territori arabi. Mi hanno contattato perché avevo un backgroud nei paesi arabi. Sono conosciuto avendo lavorato per 5 anni a Doha per beIN Sports".

Tu comunque sei tornato a vivere in Italia

"Sì, son tornato un po' prima del lockdown. Quando smisi di giocare ho vissuto un po' tra New York e Parigi. E poi per cinque anni a Doha".

Perché sei tornato nella tua Legnano?

"Perché fondamentalmente la vita è fatta di esperienze. In Qatar ho vissuto benissimo, conoscendo persone di ogni parte del pianeta ma come ogni esperienza c'è un inizio e una fine. Avevo voglia di fare altre esperienze e di cambiare. Decisione mia, era il momento giusto per voltar pagina. Nei cinque anni vissuti a Doha sono stato benissimo, me la sono goduta".

Tra le tue attività in Italia c'è una scuola calcio aperta a Napoli. Curioso, non avendoci né vissuto né giocato

"Ho sempre avuto un debole per i bambini nel calcio. Invece che stare nel professionismo, mi piace dare l'opportunità ai bambini, era una cosa che avevo in testa da tempo e nel 2018 ho aperto l'Accademia Francesco Coco. Il motivo che mi ha portato a investire su Napoli è perché avevo persone con le quali potevo costruire un progetto del genere in loco e poi perché mi sono reso conto che come approccio mentale, caratteristica culturale, la Campania a livello di estro calcistico è il Brasile d'Italia. Mi ha sempre affascinato questa cosa, perché vedo ancora ragazzini che giocano in strada, con le lattine. Ho dei collaboratori in loco che vanno in giro per strada a fermano in ragazzini per portarli in Accademia".

Ovviamente anche nella tua Milano non mancano gli interessi

"Esatto, ho un centro sportivo a Milano, zona Bisceglie, con campi da calcetto e padel. Si chiama M6 Sport. È una delle cose che faccio quotidianamente".

Leggo anche di un tuo coinvolgimento nel campo della moda

"Solo come brand ambassador, ma non sono un imprenditore nel settore".

L'addio alla carriera è avvenuto piuttosto presto, a soli 30 anni

"Non ce la facevo più. Mi ero reso conto che il dolore fisico e di conseguenza emotivo e mentale non mi davano più motivo di continuare. Facevo fisica, avevo dolori. Rischiavo di rompermi in ogni momento, col nervo sciatico reciso avevo perso il 40% della muscolatura della gamba sinistra. Ricordo quando andai a Livorno con Donadoni feci 30 partite e poi mi ruppi il crociato della gamba malata, un calvario incredibile".

Eri preparato a un post carriera senza il calcio?

"Non sei mai preparato quando ti ritiri in modo obbligato. Ma sapevo cosa dovevo fare per il dopo".

Su di te sono girate negli anni diverse dicerie. Il Manchester City ad esempio ti scartò, si disse, per esserti presentato con la sigaretta in bocca

"In quel periodo se ne dicevano tantissime su di me e qualcuno saliva sul carro delle menzogne. Ma io dico: può una persona presentarsi al centro allenamento con la sigaretta alla bocca? Nemmeno un pazzo fulminato lo farebbe. Quel che si scrisse fu pura e gratuita cattiveria, inventata dalla A alla Z".

Sei stato uomo-gossip per anni. Credi che la cosa ti abbia aiutato a livello di immagine o danneggiato?

"Le copertine dei giornali di gossip non fanno male, non sono quelle che ti danneggiano. Ma sono un'arma che può essere usata per attaccarti. Io finisco sulle copertine dei giornali da quando avevo 19 anni ma fino a 26 nessuno poteva dirmi niente. Dopo l'operazione sbagliata che mi ha tenuto fuori due anni mi hanno massacrato, hanno detto e scritto tante menzogne. Persino che avevo il mal di schiena perché trombavo troppo".

All'estero hai poi speso molti anni del post-carriera. È stato un po' voler fuggire dalle dicerie in Italia?

"Dopo le ultime delusioni ammetto di essere andato all'estero a ripulirmi. Ora sono tornato, sto benissimo. Ho 45 anni e sono un uomo felice".