Chiara Pavan dopo MasterChef: “Uscita la mia parte più severa. Io quarto giudice? Magari”

Intervistata dal Corriere della Sera, la chef Chiara Pavan ha raccontato la sua esperienza in MasterChef nella nuova edizione:

Le anticipo qualcosa: molti commenti sono entusiasti, qualcuno invece dice che mette ansia ai concorrenti... Si è rivista? Come si è trovata?

«È stata tirata fuori la mia parte più severa, ma sono contenta che stia passando in modo così chiaro il messaggio che in cucina non si deve assolutamente sprecare il cibo. Insomma, nel programma appaio inflessibile, ma per un buon motivo».

Se pensiamo che anni fa i giudici stessi lanciavano a terra i piatti dei concorrenti...

«Infatti! Tutto è cambiato in meglio a MasterChef: sia l’attenzione per temi attuali e importanti come l’antispreco, sia la figura dei giudici che un tempo erano cattivi e incarnavano una mascolinità pesante. Oggi non è affatto così e questo aspetto è cambiato anche nelle cucine dei ristoranti. Inoltre è migliorata la considerazione del programma presso gli stessi chef».

Che cosa intende?

«Dieci anni fa sembrava che essere uno chef e andare in televisione fosse una contraddizione: bisognava stare in cucina. Cracco è stato quasi “punito” per essere un personaggio televisivo, a un certo punto sembrava che gli avessero tolto una stella per questo. Oggi non più: essere uno chef stellato e andare in tv è assolutamente conciliabile, e anzi è un modo forte per far passare i propri messaggi. Credo che a questo cambio di percezione abbia contribuito molto la figura di Cannavacciuolo: è entrato nel programma da chef bistellato, ora tristellato, è un grande imprenditore. Ha dimostrato che le due cose, la cucina e la tv, possono andare di pari passo. Per questo ho accettato di partecipare a MasterChef a cuor leggero: la vivo come un’opportunità che mi è capitata».

In passato non avrebbe accettato di partecipare?

«In passato mi sarei fatta qualche remora in più, c’era appunto molto più giudizio sugli chef professionisti in tv. Avrei potuto rischiare di rovinarmi la carriera. Ancora adesso sono un po’ spaventata perché temo il giudizio delle persone e l’esposizione è così alta che se non funzioni ti puoi spappolare... Ma il programma in questo momento è una piattaforma così importante e così seguita che uno chef sente davvero la responsabilità e il potere di quello che racconta».

Come è avvenuto l’ingaggio?

«Avevo partecipato come ospite a una puntata dello scorso anno, era andata molto bene. Avevamo parlato delle specie invasive, come il granchio blu, e il pubblico aveva apprezzato il tema: in effetti dopo quella puntata moltissime persone sono venute a trovarmi al ristorante, già preparate su quello che avrebbero trovato (un menu a base di specie invasive, ndr). I produttori mi hanno chiamato subito per chiedermi di partecipare con un ruolo diverso in questa edizione».

Come si è trovata con i giudici?

«Mi sono divertita un sacco: sono molto accoglienti, non me lo aspettavo. Giorgio Locatelli è dolce e piacevole, Antonino è proprio una bella persona, e anche Bruno».

Che rapporto ha instaurato con i concorrenti?

«La cosa più difficile è ricordarsi che non sono cuochi professionisti. A volte te ne dimentichi perché alcuni sono davvero molto preparati, si vede che passano il loro tempo libero a studiare cucina. Più di una volta mi sarebbe venuto da dire, soprattutto ai più giovani: ma perché non vai a lavorare in qualche ristorante o non fai una scuola? Per una chef della mia età il percorso canonico è quello: ho fatto fatica a capire la scelta della tv. Ma poi mi sono resa conto che oggi MasterChef rappresenta effettivamente una strada per entrare nel mondo della cucina».

Da MasterChef le hanno chiesto di fare la quarta giudice?

«Per ora no. Magari!».