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Chiambretti: “Tiki Taka? Migliorarsi non sarà facile, proverò a limitare i danni”

Chiambretti: “Tiki Taka? Migliorarsi non sarà facile, proverò a limitare i danni”

Intervistato da Tuttosport, Piero Chiambretti ha parlato così della nuova stagione di Tiki Taka ormai pronta a partire

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Intervistato da Tuttosport, Piero Chiambretti ha parlato così della nuova stagione di Tiki Taka ormai pronta a partire.

Piero Chiambretti, domani riparte Tiki Taka. Come si sente in vista dell’esordio?

«Prontissimo. Ogni volta è un’incognita, ma cercherò di fare bene il mio mestiere, provando a limitare i danni che ci saranno, perché la tv è bella in quanto imperfetta. Il programma mischia lo sport con lo spettacolo. Ci sarà la discreta autorevolezza di alcuni protagonisti, e una spensierata brigata in cui si cercherà di parlare di calcio per parlare di tutto».

Dopo la prima stagione, è stato riconfermato alla conduzione. Qual è l’obiettivo di quest’anno?

«Migliorare la stagione scorsa, anche se non sarà facile. Come nel calcio, i competitors si rinforzano. Il lunedì sera è diventata una serata molto complicata perché c’è tantissima offerta. La conquista di un punto di share è diventata una guerra tra poveri. Sono convinto che la semina dello scorso anno sia servita per creare un appuntamento e un pubblico diverso da quello che c’era prima. Io, poi, non sono solo il conduttore ma l’autore: conduco solo cose mie perché voglio essere responsabile, nel bene e nel male, di quello che succede».

Squadra che vince non si cambia, e lei ha riconfermato tanti ospiti. Ci anticipa qualcosa di lunedì?

«L’intenzione è ripartire dall’ultima puntata dello scorso anno, come se questa fosse la successiva e non la prima di un’altra stagione. Con gli stessi ingredienti, qualche cambiamento di sigla e grafica, e qualche figura che a sorpresa cercherò di inserire in maniera molto soft. Le novità devono nascere dalla rilettura di quello che succederà sui campi di calcio nel week end, avvicinandosi alle partite di Champions. Lo sforzo, per quanto possibile, sarà riuscire a dire qualcos’altro che non sarà già stato detto altrove».

E lei, dopo 35 anni di carriera, si sente più senatore dello spogliatoio o ancora giovane speranza?

«Purtroppo un po’ entrambi. Non posso negare che l’esperienza nasce da un’età che non è quella dei ragazzi della Primavera. Lo spirito, però, non è cambiato. Io non mollo mai, e continuo a lavorare con la mente pensando a quello che vorrei fare».

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