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golssip news Carrozzieri: “Cocaina? Me ne vergogno, ho deluso la mia famiglia. Fui emarginato”

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Carrozzieri: “Cocaina? Me ne vergogno, ho deluso la mia famiglia. Fui emarginato”

Carrozzieri: “Cocaina? Me ne vergogno, ho deluso la mia famiglia. Fui emarginato” - immagine 1
Moris Carrozzieri, ex difensore con importanti trascorsi in Serie A, nel corso di un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport è tornato a parlare degli sbagli che ne hanno condizionato in maniera inevitabile la carriera: “Mai...
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Moris Carrozzieri, ex difensore con importanti trascorsi in Serie A, nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport è tornato a parlare degli sbagli che ne hanno condizionato in maniera inevitabile la carriera: "Mai scommesso in vita mia, tutto montato ad arte. Ero con un amico che ha un negozio d’abbigliamento. Il Pisa giocava col Frosinone in C, dove avevo diversi amici dei tempi del Teramo. Ne chiamai uno e parlammo un po’: stop. La Sampdoria prese Giulia Buongiorno, l’avvocato di Andreotti, ma niente: 25mila euro di multa e due mesi per omessa denuncia. Un’assurdità di cui non mi pento".

Facile intuire di cosa si pente, però.

"La squalifica di due anni per cocaina arrivata nel momento migliore. Sì, sono stato un coglione".

Aprile 2009, lei fu scoperto dopo un controllo antidoping. Come andò davvero?

"Io quella maledetta gara col Torino neanche avrei dovuto giocarla, ma un altro si fece male durante la rifinitura e toccò a me. La verità è che avevo chiuso col Milan, cinque anni di contratto. A fine stagione sarei andato lì. Qualche sera prima avevo assunto droga, ma era la prima volta. Una serata stupida, folle. Avevo 28 anni, era fatta al Milan e pensai: “Festeggiamo”. Me ne vergogno".

Chi le rimase vicino?

"A parte la mia famiglia, Miccoli e Flachi, sparirono tutti. Prima ti cercano, poi ti voltano le spalle".

Cos’ha fatto in quei due anni?

"Mi allenavo da solo, poi andavo nelle scuole a raccontare la mia storia e a dire ai bambini di non ripetere i miei stessi errori. Zamparini, un signore, mi continuò a pagare a stipendio ridotto e mi è sempre stato vicino. Ero incazzato con me stesso, col mondo. Ma a Palermo sono stato bene".

C’erano altri calciatori con lei quella sera?

"No, ero da solo, ma una volta rientrato fui emarginato".

Di recente ha detto: «Io ho sbagliato, ma chi ha truccato le partite è ancora nel calcio».

"E lo confermo. Andrea Masiello è stato squalificato due anni e oggi gioca ancora. Io invece sono stato escluso da tutto per l'immagine, ho danneggiato solo me stesso. Chi si è venduto le partite, invece, ha fatto un danno ai tifosi, alla gente".

Il rimpianto più grande?

"Aver deluso la mia famiglia, in primis mio padre. È morto tre anni fa e mi manca tutti i giorni. È stato il faro della mia vita. A 14 anni rimasi fermo un anno per un infortunio. Pagò venti milioni di riabilitazione a Bergamo, lontano da casa. “Prima riprendi a camminare, poi torni”. Il giorno del debutto in Serie A perse il portafogli sul treno, ma se ne fregò. Vederlo così deluso e preoccupato fu una mazzata".