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Berti: “Ero vivace, l’Inter mi faceva pedinare! Fidanzate? Mi hanno associato anche Uma Thurman”

Intervistato da Repubblica, l'ex calciatore dell'Inter Nicola Berti ha parlato della sua vita fuori dal campo e delle tante relazioni

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Intervistato da Repubblica, l'ex calciatore dell'Inter Nicola Berti ha parlato della sua vita fuori dal campo e delle tante relazioni che ai tempi gli vennero accostate:

Senza cellulari e senza social network, eravate più o meno controllati nella vita privata?

"In generale, direi meno. Ma per me valeva un discorso a parte. Avevo la fama di essere bizzarrino e vivace, e per questo l'Inter mi faceva pedinare! Pagavano qualcuno per starmi sempre dietro, poi in allenamento mi chiedevano: cosa ci facevi in quel locale l'altra sera? La mia risposta era sempre la stessa: se in campo corro, quel che faccio la sera sono fatti miei".

La Milano degli anni Ottanta era davvero scintillante come viene raccontata?

"Ci divertivamo molto. Io davo feste memorabili. Abitavo in piazza Liberty, a due passi da Duomo. Erano anni pazzeschi".

Fidanzate celebri?

"Non si fanno nomi! Mi hanno associato anche a Uma Thurman. La verità è che veniva con me allo stadio a vedere l'Inter".

Carla Bruni?

"Ma no! Che c'entra? Ci hanno fotografato insieme a una sfilata, tutto lì".

Ha lasciato Milano per Piacenza.

"Sono originario di Salsomaggiore, ma è troppo piccola, un borgo in decadenza. La mia città è stata Milano, ma la vita è fatta di fasi, oggi per me sarebbe troppo caotica. A Piacenza ho trovato il mio equilibrio, con mia moglie e i miei due figli. Hanno 14 e 12 anni".

Giocano a calcio?

"Il grande sì, è attaccante alla scuola calcio San Giuseppe, qui in città. Il piccolo ama la boxe, e gli riesce anche bene".

Come va la quarantena?

"I ragazzi seguono le lezioni via Skype. E con la Playstation se la passano bene. Io in casa soffro, non ci ero mai stato così a lungo. Esco per fare la spesa, con guanti e mascherina, e niente più. Per il resto, lo ammetto, mi annoio".

Potrebbe giocare alla Playstation anche lei.

"Con i videogiochi ho iniziato e finito negli anni Ottanta. Mi sognavo le musichette di notte, un incubo".

Come festeggerà oggi il suo compleanno?

"Un mio amico che cucina benissimo mi manderà a casa un bel pranzo. Non vedo l'ora, la vita da recluso mi sta insegnando ad accontentarmi".

La spaventa l'idea di invecchiare?

"Ma va, dai. Si sa che funziona così, ogni anno ne hai uno in più, non si scappa. Soprattutto in un momento duro come questo, per tutti, festeggiare con la propria famiglia è un lusso".

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