Anna Falchi, nota conduttrice televisiva e showgirl, ha recentemente suscitato un acceso dibattito con le sue dichiarazioni sul catcalling, rilasciate in un'intervista al quotidiano La Verità. Secondo Falchi, il catcalling, se rimane nei limiti del rispetto, non rappresenta un'offesa, ma un "complimento spontaneo". Ha definito un fischio come "solo un gesto folkloristico, un modo d’essere all’italiana".


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Anna Falchi: “Il catcalling non fa male a nessuno. Un fischio è solo un gesto folkloristico”

"Ho sdoganato il catcalling perché lo considero un complimento spontaneo. Se resta nei limiti del rispetto, non fa male a nessuno. Oggi c’è un perbenismo un po’ forzato e gli uomini stanno sulle difensive"
Ha aggiunto che ci sono "piaghe ben più gravi", come lo stalking, il body shaming e il revenge porn, e che non si può mettere tutto sullo stesso piano. Falchi ha precisato che non intende giustificare comportamenti aggressivi, ma solo contestualizzare un fenomeno culturale.

Queste affermazioni hanno suscitato reazioni contrastanti. Alcuni l'hanno accusata di minimizzare una forma di molestia sessuale, mentre altri l'hanno difesa, sottolineando la sua visione più tollerante e meno moralista. Falchi ha anche citato Fred Buscaglione e la sua canzone "Che bambola", interpretandola come un esempio di ironia e non di sessismo. Secondo lei, ognuno può decidere se prendere un fischio come un'offesa o come un complimento, e questo sarebbe "un discorso di buon senso".
Fonte: intervista di Anna Falchi al quotidiano La Verità.
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