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golssip news Alessia Tarquinio: “Ecco perché ho lasciato Sky. A Prime sono me stessa. A Conte non offrirei…”

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Alessia Tarquinio: “Ecco perché ho lasciato Sky. A Prime sono me stessa. A Conte non offrirei…”

Alessia Tarquinio: “Ecco perché ho lasciato Sky. A Prime sono me stessa. A Conte non offrirei…” - immagine 1
L'intervista di Fanpage alla giornalista sportiva di Prime
Redazione Golssip

Alessia Tarquinio si è raccontata ai microfoni di Fanpage, spaziando dalle sue scelte professionali e di vita agli aneddoti dei tanti calciatori e allenatori intervistati. La giornalista sportiva ha trovato in Prime gli stimoli che cercava. Il suo modo di raccontare con seria leggerezza i temi del calcio ha conquistato tutti.

Alessia Tarquinio: “Ecco perché ho lasciato Sky. A Prime sono me stessa. A Conte non offrirei…”- immagine 2

Addio a Sky

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"Perché ho lasciato Sky? Avevo capito che lì avrei soltanto speso il mio tempo seduta alla scrivania a leggere la mazzetta dei giornali al mattino, senza poter fare più niente e quindi non ci sono stata più". Mare calmo, quasi piatto. Per una surfista che sta sulla cresta di onde mai uguali deve essere terribile. "È proprio così. A dire la verità non c'era più niente per me lì. Poi andare a Rogoredo a novembre è un'esperienza mistica… diciamo così. È tutto il contesto che fa la differenza. Diciamo che da quando ho lasciato Sky ho guadagnato dieci anni di vita. In passato mi capitava di pensare: non faccio le cose perché non sono abbastanza brava, non sono abbastanza preparata, devo lavorare di più, devo impegnarmi di più e dimostrare cosa so fare. A un certo punto ho capito che non era quello che volevo. E i direttori scelgono… quello che decide il direttore è legge: o ti va bene o non ti va bene. E a me non è andato più bene. Ho pensato che altrove avrei potuto dare ancora qualcosa e devo dire che mi sono presa delle soddisfazioni".

Cosa le ha dato Prime Video che le mancava?

"Alla base di tutto questo c'è il posto dove lavori. A Prime mi hanno dato la possibilità di essere me stessa e fare le domande che voglio fare, di non pormi limiti, di non avere paura, di non avere retropensieri. Loro si sono sempre fidati. Piace l'informazione, piace la cronaca e piace anche l'entertainment e in questo ambito mi trovo a mio agio. Sono sempre stata così a dire la verità, ma anche il fatto di avere un figlio adolescente mi aiuta: ci sono altri registri di comunicazione, devi stare sempre al passo, devi essere più rapido… attento a quelle cose che possono andare bene e quelle che non vanno bene, a quando sei cringe e a quando non lo sei. Diciamo che è una porta verso la contemporaneità.

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Il gossip su Bellingham

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Bellingham "il figlio perfetto" e quel "vuoi venire a casa con me?" scatenarono commenti di tutti i tipi."Certo che Bellingham è il figlio perfetto. Anche se questa cosa mi ha creato un po' di problemi con il mio figlio perfetto, al quale Jude spesso ha dato consigli raccomandandogli di studiare".

Fu tutto un grande equivoco che alimentò il gossip sfrenato.

"E certo… si è pensato subito che fossi la milf che voleva rimorchiare il bel giovanotto. Peraltro sono anche più vecchia di sua madre. Quindi, come dire no? Mi fa sempre un po' specie questa cosa: lavoriamo in un ambiente di bellocci e si crede che chissà cosa possa succedere. Ma un po' perché forse sto raggiungendo i 50 e quindi anche un po' la pace dei sensi, e un po' perché ho intervistato i padri, i figli, e se non mi mandano in pensione presto anche i figli dei figli, io li vedo come fossero nipoti, figli. E basta. È una bella liberazione essere arrivata a una certa età, anche se ovviamente i maliziosi e quelli che pensano male ci sono sempre, perché puoi dire un po' quello che vuoi. E poi lavoro in questo ambiente da tanti anni, le persone mi conoscono bene".

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Interviste e aneddoti

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Klopp restò quasi estasiato per il gioco di parole "Livercool".

"Sì, mi fece i complimenti. Apprezzò i tempi della traduzione, gli piaceva come suonava".

A chi non offrirebbe un caffè?

"Non offro il caffè ad Antonio Conte. È lui che me lo deve offrire, perché l'ultima volta che l'ho intervistato, quando ci siamo incontrati durante il suo periodo in Inghilterra, mi ha detto che non mi faceva così cattiva…. Ecco lo farei offrire a lui, così magari parliamo anche un po' pugliese, che mi piace un sacco".

Conte è davvero così permaloso anche da vicino oppure il fatto che lamenti spesso obiezioni è solo una falsa impressione che si ricava dalla tv?

"Credo che il Napoli sia una delle squadre più attrezzate e non si possa lamentare. La verità è che lui la partita la sente veramente tanto. La vive ancora anche dopo, quando è finita, perché per lui non si chiude al fischio dell'arbitro e ha subito cose da dire ai giocatori. Questa impressione che c'è di lui è una specie di mantra, qualcosa che gli fa bene, che usa per proteggere la squadra e caricarla, per non esaltare troppo l'ambiente. Quando l'ho visto l’ultima volta in Inghilterra gli erano successe cose personali che gli avevano tolto un po' di smalto. Ma è un grande allenatore".

Con chi prenderebbe volentieri un caffè?

"A chi lo offrirei in questo momento? Mi piacerebbe offrirlo a Kevin De Bruyne. Ma c'è un'altra persona con il quale prenderei un caffè".

Chi?

"Paolo Maldini, per sapere come sta e cosa pensa realmente. E cosa pensa anche del suo Milan".

È uscito di scena da quando ha lasciato il Milan.

"L'hanno voluto dimenticare o un po' anche far dimenticare secondo me. Un po' perché forse lui stesso ha voluto distaccarsi da tutto quanto. Conosco Paolo da una vita perché, avendo lavorato a Milan Channel, è stato uno dei primi che ho intervistato da ragazzina, essendo io cresciuta con quel Milan lì. E quindi mi piacerebbe adesso fare due chiacchiere con lui".