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golssip gossip spettacolo Maura Livoli: “Mike Bongiorno mi umiliò ma l’ho perdonato. La causa, la gogna, alla fine…”

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Maura Livoli: “Mike Bongiorno mi umiliò ma l’ho perdonato. La causa, la gogna, alla fine…”

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Sono passati trentacinque anni da quella sera di Telemike che fece la storia della televisione italiana. È il 3 maggio 1990

Sono passati trentacinque anni da quella sera di Telemike che fece la storia della televisione italiana. È il 3 maggio 1990, proprio con Mike, su Canale 5, va in onda una scena destinata a diventare un cult.

La protagonista è Maura Livoli, giovane concorrente romana, che in cabina viene sorpresa a nascondere dei bigliettini. Mike non perdona: «Complimenti, signorina. Vogliamo vedere qui? Come gli scolaretti a scuola. Come si permette, mentre io sto leggendo le domande per un valore di 120 milioni? Lei stava compiendo una truffa». La squalifica è immediata, la concorrente sviene e il conduttore rincara: «Adesso non so se qui facciamo delle sceneggiate...».

Oggi Maura Livoli ha 67 anni, fa la psicologa e psicoterapeuta a Roma. Risponde al telefono ma è ferma: «No, grazie. Nel senso che non ne parlo più. Mi ha fatto soffrire tanto, questa storia». Poi però accetta di raccontare al Corriere della Sera.

«Durante le registrazioni ebbi una colica renale, diagnosticata poi al San Raffaele. Chiesi di interrompere, ma in studio derubricarono il caso a un attacco d’ansia e mi diedero delle gocce. Non ero lucida».

E quei foglietti? «Furono un errore. Mi servivano per ripassare, non c’erano scritte le domande. Se fossi stata in me, non li avrei certo nascosti sotto il reggiseno. Detto ciò, quella reazione di Mike fu un’umiliazione. Meritavo la squalifica, ma non di essere trattata così davanti a milioni di italiani».

L’episodio la segnò: «Divenni un bersaglio. Ricevevo telefonate anonime, e quando trafugarono la salma di Mike qualcuno insinuò: “Sarà stata la signorina Livoli…”. Una gogna. Anni dopo dovetti persino cambiare nome sui social».

Anche la famiglia pagò le conseguenze: «Ero orfana di madre, avevo solo papà. Morì sei anni dopo. Lui mi sostenne, ma soffrì molto per quel trambusto. Mike entrava nelle case di tutti: io ero quella che aveva ricevuto quella ramanzina assurda».

Tentò anche una causa legale: «Con mio padre chiedemmo un risarcimento da devolvere in beneficenza. Dopo dieci anni fu tutto archiviato. Io stessa avevo chiesto con un telegramma che la puntata non venisse mandata in onda, ma trasmisero anticipazioni a mo’ di scoop».

Oggi resta un’ombra: «Tristezza e disagio. Per anni pazienti in studio mi chiedevano se fossi io quella dei bigliettini. Ho sempre spiegato che fu un incidente di percorso. E pensare che non dovevo neanche andare a Telemike, avevo fatto domanda per La Ruota della Fortuna. Fu Mike a propormi per il suo quiz».

E il ritorno in tv? «Sono stata tentata, ma poi non è servito: ho scritto articoli scientifici, saggi, manuali. Non devo più dimostrare nulla».

Un episodio simile oggi sarebbe diverso: «Se capitasse, un conduttore dovrebbe scusarsi in diretta. E poi credo che con un uomo la reazione non sarebbe stata così aggressiva».

Ha rivisto Mike solo una volta, in tribunale: «L’ho perdonato. Lui era solo il conduttore. L’errore fu mio, ma il castello mediatico lo costruirono altri».

E sorride, chiudendo il cerchio: «Ora la saluto, comincia La Ruota della Fortuna. Non ho smesso di guardare i quiz. E, non per vanità, ma le so tutte».