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Martina Colombari irriconoscibile in “Buen Camino”: “Ho pensato ad Achille”

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C’è anche Martina Colombari nel cast di “Buen Camino”, il film di Checco Zalone che sta facendo registrare record di incassi in tutta Italia. L’attrice e modella ne ha parlato nel corso di un’intervista rilasciata...
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C'è anche Martina Colombari nel cast di "Buen Camino", il film di Checco Zalone che sta facendo registrare record di incassi in tutta Italia. L'attrice e modella ne ha parlato nel corso di un'intervista rilasciata al Corriere della Sera: "Nessuno mi riconosce. Nessuno. Devono aspettare la seconda o terza scena per capire che sono io. Ho poco trucco, degli occhiali importanti, la chioma grigia. Che poi in realtà non è un imbruttimento, sono solo una donna che ha deciso di lasciare il mondo del jet set che viveva con l’ex marito, Checco. La mia Linda si è innamorata di un regista-scrittore palestinese e, da ex modella, è diventata un’attrice di teatro impegnata e ha una metamorfosi anche nell’aspetto".

Qual è stata la reazione quando si è vista trasformata in Linda: risata, shock, sollievo?

"Ho detto: che figata! Ma io, quando Zalone e il regista Gennaro Nunziante mi hanno detto come sarei diventata, non ho esitato un attimo. Ero felicissima di poter giocare con la mia bellezza. Poi, è sempre difficile affrontare queste tematiche, perché vengono fraintese. Io sono nata con un concorso di bellezza e su quello ho costruito una carriera. La bellezza l’ho sempre portata con me, l’ho sempre sfruttata e l’ho anche protetta. Ma sui social sono stata attaccata per mille motivi, perché sarei troppo magra, perché a Ballando con le stelle ho parlato della mia menopausa, perché se ti vedono fare sport pensano che sia vanità, mentre io ci tengo a tenermi in forma ora che ho 50 anni, per poter essere attiva e lucida a 90".

Linda è alle prese con la crisi della figlia adolescente che scappa verso il Cammino di Santiago. E proprio quest’anno, nella vita vera, suo figlio Achille ha raccontato i suoi periodi di crisi e i problemi con l’Adhd, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività: ha letto questa coincidenza come un caso, un destino, un segno?

"Quando mi hanno detto che nella sceneggiatura dovevo denunciare la scomparsa di mia figlia, ho pensato subito alla volta in cui anche Achille non è rientrato a casa. Quindi sì: ero coinvolta. Detto questo: i ragazzi, oggi, hanno grosse difficoltà a trovare la loro identità, a capire chi sono e cosa vogliono. Noi genitori ci prendiamo la nostra responsabilità, ma il mondo che trovano non è quello della nostra adolescenza: è richiedente, performante, velocissimo. E i social gli raccontano qualcosa che non è la realtà. Poi, io non sono contro i social: sono un mezzo. Per assurdo, questo film è arrivato da un messaggio del responsabile casting su Instagram".