Un legame indissolubile con la musica, ricordi di carriera e di vita. Iva Zanicchi, 85 anni, ripercorre la sua storia artistica e personale in una lunga intervista a Repubblica partendo da un ricordo su Pippo Baudo.


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Zanicchi: “Mi pento solo delle foto per Playboy. Ho un rimpianto. Berlusconi non voleva…”
"Mi presentò a Castrocaro, ero una debuttante. A cena mi confidò che la sua aspirazione era presentare il festival di Sanremo. La mia, cantare al festival: il destino ci ha premiato. Lui lo ha condotto tredici volte, io ne ho fatti undici e ne ho vinti tre. Baudo era un signore, tutti gli dobbiamo qualcosa".
Un episodio in particolare?
—«Nel 2003 andai a Sanremo con Fossi un tango . Volevo un look sofisticato, Vergottini mi fece un caschetto come Valentina. Alle prove, Pippo si avvicina: “Se non entri in finale, fai un esame di coscienza: la canzone è bella, la ascolteremo in auto, ma la gente non ti riconosce. Non sei più tu».

Non si arrende mai?
—«Mai. A una certa età si perdono i freni inibitori, faccio quello che mi pare, ma senza esagerare. Ho due freni: mia figlia e mia nipote».
Un anno fa, l’8 agosto, moriva Fausto Pinna, il suo compagno.
—«In Sardegna, davanti al suo mare, so che è con me. È stato coraggiosissimo, non si è mai lamentato. Andava avanti con la morfina. Siamo stati 40 anni insieme. Era dolce. Ci univa l’affetto e l’allegria, si divertiva con me. Un giorno mi ha detto: “Iva, fai qualcosa per farmi ridere”. Mi sono messa a camminare nuda. Ha alzato gli occhi al cielo: è pazza».

Del trionfo al Madison square garden, nel 1973, che ricordo ha?
—«Fu la tournée più esaltante, cantavo con Gianni Morandi: tutto esaurito, 20mila persone. Ci siamo divertiti, vedere i cartelloni coi nostri nomi a New York faceva effetto. Andammo pure a Toronto».
Racconti.
—«Eravamo ospiti di una famiglia italiana ricca, importava l’olio. Non era mai più tornata in Italia: “Eh, voi non avete il gabinetto”. Visita nella casa, ci mostrano la vasca da bagno con i rubinetti d’oro. Gianni ride, si sdraia: “Iva, è un letto?”».
Nel 1979 posa per Playboy: fiera?
—«È l’unica cosa di cui mi sono pentita. I 40 anni sono l’età della stupidera, gli scatti erano del mio amico Angelo Frontoni. Da Castelnuovo ne’ monti a Ligonchio, comprai tutte le copie. Papà non l’ha mai visto, ma un suo amico toscano sì: “La tua figliola non è male”. Mamma gli spiegò che avevo fatto un servizio per Famiglia cristiana. Dopo tre mesi, tour a Tokyo, ero su Playboy giapponese».
In tv la chiamò Berlusconi?
—«Sì, dopo Premiatissima , con Dorelli e Ornella Muti. Avevo raccontato qualche fatterello del mio paese. “Perché non prova?”. Due mesi sono diventati dieci anni. L’ultima chiamata: “Posso mandarti due mazzi di fiori?”. “Ma no, ne basta uno”. Mi fece recapitare due quadri con fiori bellissimi».
Non voleva che si candidasse.
—«Diceva: “La gente ti ama, sentirai solo l’odio. Non ti aiuto”. Mi sono fatta tutti i mercati, cantavo Fiume amaro . Ce l’ho fatta. Spiegai che avevo speso solo 15 mila euro per la campagna elettorale, convinta di dire una cosa bella. Tutti muti».
Ha un rimpianto?
—«Mi dispiace aver trascurato il cinema. Il vero amore è la musica, ringrazio Dio, a 85 anni canto».
(Repubblica)
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