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golssip gossip calcio Ziliani: “Che c’entra la mamma di Rabiot con Mbappè e Bosman? È stata l’unica a…”

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Ziliani: “Che c’entra la mamma di Rabiot con Mbappè e Bosman? È stata l’unica a…”

Ziliani: “Che c’entra la mamma di Rabiot con Mbappè e Bosman? È stata l’unica a…” - immagine 1
Mbappé vince grazie a Bosman
Redazione Golssip

Paolo Ziliani ha commentato la condanna al PSG, che dovrà pagare a Kylian Mbappé 61 milioni per bonus e stipendi non corrisposti, e a lui dovuti, a partire dalla scadenza contrattuale avvenuta il 30 giugno 2024. Il giornalista sportivo lo ha fatto ricordando prima di tutto una curiosa coincidenza: "Era proprio il 15 dicembre, ma di trent’anni fa - correva l’anno 1995 - quando la Corte di Giustizia europea con una sentenza storica diede ragione a un semi sconosciuto calciatore belga, Jean-Marc Bosman, che si era rivolto alla Corte dopo che il proprio club, l’RFC Liegi, gli aveva negato il passaggio al Dunkerque, club di seconda divisione belga, nonostante il contratto che legava Bosman all’RFC fosse scaduto il 30 giugno 1990. Al termine del lungo contenzioso la Corte UE diede torto al club e ragione a Bosman e la sentenza determinò una vera e propria rivoluzione nella regolamentazione dei trasferimenti dei calciatori all’interno dell’Unione Europea".

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La mamma di Rabiot

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Paolo Ziliani riporta l'intervista dell'Equipe a Bosman: "Che c’entra la mamma di Rabiot con Mbappè e Bosman? C’entra moltissimo. E il perché ce l’ha svelato l’Équipe che nell’edizione di ieri riportava una lunga, bella e sofferta intervista a Jean-Marc Bosman: l’uomo la cui lotta ha tolto l’intera categoria dei calciatori dal Medioevo. “Per tutti quelli che ne hanno beneficiato - racconta Bosman - la sentenza che porta il mio nome è stata una benedizione. Per tutti tranne che per me”. Bosman, oggi 61enne, ebbe ai tempi la carriera rovinata: la sentenza della Corte UE arrivò infatti cinque anni dopo il divieto dell’RFC Liegi e delle istituzioni calcistiche a trasferirsi, come sarebbe stato suo diritto, al Dunkerque. Bosman vive oggi con una pensione di 2 mila euro al mese, ha un figlio da mantenere e seri problemi di salute dopo un intervento chirurgico alla colonna vertebrale subito nel 2019. “Da molti anni FIFPro (il sindacato mondiale dei calciatori, n.d.r.) mi dice che bisogna fare qualcosa per la mia pensione: ma non succede mai niente”. Non ti ha mai aiutato nessuno?, gli chiede il giornale. “Sì, Rabiot. O meglio la mamma di Rabiot ai tempi in cui il figlio giocava ancora al PSG. La signora Veronique mi telefonò una sera e mi disse: Adrien e io sappiamo la lotta che hai dovuto affrontare e vogliamo fare qualcosa per te. La ringraziai e le dissi che era era un pensiero molto gentile da parte sua. La signora Veronique mi chiese i miei dati bancari e mi richiamò qualche giorno dopo per chiedermi di controllare il conto. Fu allora che vidi che mi aveva trasferito 10.000 euro”. Ziliani colloca storicamente e calcisticamente quel momento: "Correva l’anno, anzi la stagione 2018-19, Rabiot aveva 24 anni e dopo 150 partite e 13 gol segnati con la maglia del PSG aveva deciso, d’accordo con la madre, di andare in scadenza di contratto, liberarsi a parametro zero e firmare, l’1 luglio 2019, un nuovo contratto che lo legava alla Juventus: che ingaggiandolo senza dover pagare nulla al suo vecchio club (sempre del PSG si parla) spuntò naturalmente un ingaggio particolarmente ricco. Ebbene, Adrien e Veronique Rabiot furono così sensibili da ricordarsi che se un momento così importante per la loro vita era potuto accadere, il merito era di un coraggioso calciatore che 24 anni prima aveva condotto una battaglia legale durata anni per far riconoscere un elementare, eppure fino a quel tempo negato, diritto del calciatore inteso come lavoratore".