Ivan Zazzaroni ha parlato di sé in un'intervista a La Stampa e ha raccontato della sua esperienza da direttore del Corriere dello Sport e da giornalista sportivo e di quella come giudice di Ballando con le Stelle che ha definito una bella parentesi anche se fa il giudice nel programma di Rai1 da 20 anni.


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Zazzaroni: “Mourinho, il più bell’incontro fatto. Vede Ballando e Don Matteo”

«Per noi giudici sono quattro ore di diretta alla settimana, da settembre a dicembre. Certo ,ci sono molti confronti, ma nulla di paragonabile rispetto al lavoro di Milly Carlucci e Giancarlo De Andreis. La ricerca di Google su di me è legata a Ballando e tutti si chiedono perché sto sempre in piedi? Nei primi anni arrivavo da Roma a Milano in treno, facevo ore e ore e non riuscivo a stare su quegli sgabelli antipaticissimi, poi è diventata una sorta di scaramanzia e adesso non riesco più a sedermi», ha raccontato.

«Se è vero che Mourinho ci guarda? Sì, quando era al Fenrbahce scherzava su alcuni momenti delle puntate e vedeva noi e Don Matteo. Evidentemente la tv turca non deve essere il massimo. Tra i pochi giornalisti seguiti da Mou sui social? L'unico. Credo che quello con José sia stato il più bell'incontro fatto nella mia vita professionale. Un grande allenatore, intelligente, motivatore, un uomo lealissimo», ha detto dell'allenatore portoghese che in Italia ha allenato Inter (e ha vinto il Triplete) e la Roma con cui ha vinto la Conference League e ha poi perso la finale di Europa League sulla panchina dei giallorossi, contro il Siviglia ai rigori.
A proposito di altri allenatori, Zazzaroni ha parlato di Allegri («Mi piacciono i vincenti, Max ha grandi intuizioni. È un po' pigro ma capisce il calcio come pochi», ha sottolineato). Di Tudor: «Riassume i valori della Juve, poi un conto è averli, un altro è esprimerli sul campo, dipende molto dai giocatori». Su Conte invece: «Un fuoriclasse della didattica: Davide Astori, che lo ebbe come ct in Nazionale, mi disse di aver imparato più in cinque minuti con lui che in anni con altri allenatori. Non è solo un motivatore».
(Fonte: La Stampa)
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