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gossip
Chiara Giuffrida: “Ventola? Conviviamo da oltre due anni, nonostante 18 anni di differenza”
Intervistata da NotiCaMania, la giornalista Chiara Giuffrida ha parlato del suo momento e della sua storia con l'ex calciatore Ventola:
Chiara, oggi lavori per Radio TV Serie A. Quando hai capito che il giornalismo sportivo sarebbe stato il tuo mondo?
Fin da piccolissima. Se penso al mio percorso, lo riassumo con due parole: tv e stadio. Mio padre era ed è un grande tifoso del Catania e io lo seguivo ovunque, soprattutto al Massimino. È lì che ho iniziato ad amare il calcio. Poi arrivava la tv: adoravo guardare le trasmissioni sportive.
Eppure, il tuo primo amore non è stato il calcio…
Esatto: la danza è stata la mia vita per 15 anni. Ho fatto di tutto, dalla classica al latino americano. Poi ho dovuto smettere per vari motivi, ma la danza resterà sempre parte di me.
Condividi il calcio anche nella vita privata. Cosa puoi raccontarci?
Da due anni e mezzo sono legata a Nicola Ventola e conviviamo praticamente da subito. È stata una scelta spontanea, che ci ha permesso di conoscerci davvero, giorno dopo giorno, nonostante i nostri 18 anni di differenza. Condividiamo la passione per il calcio e il rispetto reciproco guida ogni nostro passo. Sogni comuni? Procediamo con calma, ma stiamo già costruendo molto: il prossimo sarà cambiare casa insieme.
Quest’anno senti di aver raggiunto un traguardo importante. Quale?
Quest’anno sento davvero di aver fatto un passo in avanti fondamentale: condurre in studio una mia trasmissione calcistica in diretta. Non era la mia prima diretta, ma era la prima volta in cui ero io la conduttrice di un programma tutto mio. Ed è questo che mi rende orgogliosa del percorso fatto fin qui. Se preferisco il campo o lo studio? È una domanda che mi fanno spesso e non so se riuscirò mai a rispondere del tutto. In campo vivi l’adrenalina della squadra, il calore dei tifosi, percepisci emozioni fortissime; in studio hai un controllo diverso, un ruolo diverso. È davvero difficile dare una preferenza.
Compierne 30 è un traguardo importante. Come lo vivi?
Come una transizione forte. Mi sento cresciuta, come se avessi fatto un salto da ragazza a donna, con nuove domande e nuove consapevolezze. Per questo ho iniziato un percorso di psicoterapia. Non è un atto di fragilità né il risultato di un trauma: è il desiderio di conoscersi meglio. Un atto di coraggio, non di debolezza, e mi piace parlarne alle donne proprio per sfatare certe convinzioni.
E se guardi al futuro?
Non sento ancora di aver raggiunto i miei sogni e i miei obiettivi finali. Sono una persona molto ambiziosa e spero di poter crescere ancora professionalmente. Voglio continuare a raccontare il calcio con passione, realizzare nuove sfide, viaggiare, ballare, ascoltare musica. E, soprattutto, restare fedele a me stessa.
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