In una lunga intervista al Corriere della Sera, Daniele De Rossi ha smentito alcune leggende metropolitane sul suo conto.


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De Rossi: “Cicatrici e tatuaggi nazisti, quante leggende su di me. Mamma? Per dirla alla Brega…”
"Hanno detto di tutto, descrivendo una vita di eccessi: che portavo la barba per coprire una cicatrice da coltello sul volto; che abusavo di alcool chiamandomi “Capitan birretta”, quando è tanto se ne bevo una insieme alla pizza; che la manica lunga della maglia nascondeva un tatuaggio nazista... Figurarsi: mia madre di estrema sinistra mi avrebbe tagliato il braccio".
"Oggi posso riderci, pensando a quanto queste bugie non siano più di attualità, ma quando ti toccano nel presente, temi che possano diventare un marchio. E mi chiedo sempre, ma chi è stato il primo a inventarsi queste cazzate? Chi ti odia così tanto? E perché la gente le diffonde senza scrupoli? Bisogna avere la forza di stoppare certe catene: io ce l’ho. Lo stesso vale con le chat dei telefonini: il tasto inoltra lo definisco il tasto degli infami».

Quindi sua mamma è comunista?
—«Non è comunista, è “comunista così”, per dirla alla Mario Brega nel film di Verdone. Anni fa sui social insisteva sulla necessità di aumentare le tasse ai ricchi per salvaguardare le classi meno abbienti. Le ho telefonato: “Mamma calma con questi post, lo sai che hai un figlio milionario?”. E lei: “E allora paga!” e ha attaccato».
Sua figlia Gaia, 20 anni, ora vive e studia a Londra.
—«Il primo anno lì è stato più difficile, ora è organizzatissima. È un grande orgoglio vedere la donna che sta diventando».
È il frutto del suo primo matrimonio con Tamara Pisnoli.
—«Ci siamo sposati troppo giovani e troppo in fretta. Ai calciatori consiglio di non sposarsi, fare figli e comprare case subito. Ma lo dico anche a mia figlia. A 20 anni non si ha l’esperienza per scegliere la persona della propria vita o per essere genitori. Posto che i matrimoni possono fallire anche se ti sposi a 40 anni».
(Corriere della Sera)
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