Paola Ferrari, conduttrice sportiva di Rai Uno per tutto l'Europeo, la definisce la competizione della "rinascita". Non potrebbe che essere così con il primo grande evento con pubblico dopo la pandemia. Per la giornalista l'Italia di Roberto Mancini, che incarna in maniera potente la volontà di rinascita, è tra le prime 5. Perché le donne vogliono fare le giornaliste sportive? Paola non ha dubbi: "Vogliono inseguire un sogno e dimostrare di essere all'altezza degli uomini, su un campo che è il loro, e batterli. Questo era il mio obiettivo e penso di averlo raggiunto. Ho avuto tante possibilità dalla Rai, sono riconoscente".
L'INTERVISTA
Paola Ferrari: “Diletta? Nessun chiarimento. La causa a Raiola? Non sono passata sopra…”
Paola Ferrari, conduttrice sportiva di Rai Uno per tutto l’Europeo, la definisce la competizione della “rinascita”. Non potrebbe che essere così con il primo grande evento con pubblico dopo la pandemia. Per la giornalista...
Il nuovo giornalismo e i procuratori
Paola Ferrari non è molto tenera con le nuove giornaliste sportive e spesso, in passato, ha criticato Diletta Leotta: "Scambi di idee li ho avuti anche con uomini, sono critica allo stesso modo con comportamenti maschili e femminili. Non sono per le quote rosa o per il politicamente corretto: un conto è proteggere le donne, un altro è poter dire che sbagliano, se hanno sbagliato. Se mi sono pentita delle mie "liti"? Avevo ragione in molti casi, ma sono casi molto diversi. Con la Cortellesi mi offesi molto, ma lei è stata l'unica con la quale mi sono chiarita: aveva solo interpretato un testo di Serena Dandini. Con altre non c'è stato nessun chiarimento".
La conduttrice della Rai ha parlato anche di Donnarumma e del suo addio al Milan: "La sua partenza mi amareggia, da tifosa del Milan, perché se ne è andato a parametro zero, e cioè senza che la società che lo ha valorizzato prendesse un euro. Poi uno va dove vuole, ma il mio è un discorso di riconoscenza. E comunque è da un anno che dico che sarebbe andato a Parigi. Se ho fatto causa a Mino Raiola? Quattro anni fa, quando Donnarumma doveva rinnovare per la prima volta con il Milan, scrissi che i calciatori, soprattutto quelli giovani, devono essere un esempio di etica, soprattutto se indossano la maglia della Nazionale. Ero vice presidente del comitato etico della Lega Pro, era anche mio dovere dirlo. Raiola, che è il procuratore di Donnarumma, usò termini che reputo dispregiativi nei miei confronti e non ci sono passata sopra. Le dico in generale che sono sempre stata molto critica verso alcuni di loro. C'è un mondo sommerso nel calcio, che spero anche grazie all'inchiesta di Report, venga fuori".
Il calciatore più figo? "Van Basten. Non c'è gara, non si scende neanche in campo. Van Basten è bello anche oggi. La nostra "quasi" storia? Non l'ha colta neanche lui, mica devo dispiacermi solo io. E comunque lavoro con Luca Toni e Claudio Marchisio, le amiche mi chiedono i loro numeri di telefono. Li darò alla migliore offerente".
(Chi)
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