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Gasly: “Amo Milano, mi sento a casa. Amore per i motori, questione di famiglia”

Getty Images

Il pilota francese dell'Alpha Tauri, vincitore dell'edizione 2020 del GP di Monza, racconta il suo legame con l'Italia

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Pierre Gasly, pilota dell'Alpha Tauri e vincitore dell'edizione 2020 del Gran Premio di Formula 1 di Monza, in un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport ha parlato della sua passione per i motori e del legame con l'Italia, ormai sua seconda patria: "Anche i miei fratelli correvano, ma hanno smesso. Mia nonna filava come una pazza (risata). A casa mia c’era sempre qualche corsa in tv, Formula 1, Indy, GT, motomondiale: è stato straordinario crescere così. Tutti in casa sanno bene cosa significa essere un pilota, conoscono la mentalità. Più che consigli devo dire che mi hanno dato la possibilità di inseguire il mio sogno anche se era chiaro che non avevamo le possibilità economiche. I miei fratelli hanno mollato, per questo: io ho continuato a rompere le scatole più di loro. E adesso tutti mi incoraggiano sempre".

Ma sua mamma un giorno le disse: “Sì, puoi correre, ma solo se sarai il primo della classe”…

"È vero. E almeno all’inizio lo ero veramente, perché volevo farmi comprare il kart. Ero talmente bravo che i maestri proposero di farmi fare due anni in uno. Ma i miei genitori furono saggi abbastanza da non permetterlo, hanno pensato che restare al mio livello mi avrebbe permesso di combinare meglio scuola e sport. Non solo il kart, anche il calcio".

Ormai Milano è la sua città...

"La amo. Vivo nel quartiere tra la Stazione Centrale e il Bosco Verticale. Era importante per me trovare un posto in cui sentirmi davvero a casa quando torno dalle gare, ed è esattamente quel che ho trovato. Avevo bisogno di una grande città che al tempo stesso fosse...non troppo grande. Si può andare ovunque in poco tempo. Ci sono bellissimi ristoranti e tante cose da fare, tra cui molti sport. E ci sono due grandi squadre di calcio, così ogni settimana c’è almeno una partita...".

Così non vale: Milan o Inter?

"Non ho deciso...Col Covid non sono ancora andato a San Siro. Devo andarci a vedere bene l’atmosfera per l’una e per l’altra. Poi deciderò".

Posti speciali?

"Sono ancora in fase di scoperte. Mi piace correre al Parco Sempione. Qualcuno mi riconosce e mi urla: “Grande Gasly”, ma niente di più. Adoro anche i Navigli, e mi piace come cambia l’atmosfera da un quartiere all’altro".