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Cecchinato: “Mi sarebbe piaciuto essere un giocatore come Borriello. A Wimbledon voglio…”

L'intervista del tennista alla rivista diretta da Alfonso Signorini

Redazione Golssip

Marco Cecchinato è diventato un eroe dopo la vittoria contro Djokovic. L'Italia lo ha seguito con il fiato sospeso e ha fatto il tifo per lui fino all'ultimo. Il tennista ha raccontato a Chi come è arrivato a quella vittoria: "Dietro c'è tanto lavoro, non è un caso se nel giro di pochi mesi abbia vinto un torneo, quello di Budapest, e sia arrivato in finale al Roland Garros. Non è stato l'exploit di una settimana, ma il frutto di tanto lavoro, tanto maturità. Questo è il primo anno che lavoro senza mental coach e ho raggiunto questi risultati, vuol dire che c'è stata questa proprio la via della maturazione. Ed è arrivata a 25 anni che secondo me nel tennis è l'età giusta, oggi la carriera arriva fino a 35-36 anni. A quale giocatore avrei voluto somigliare? Facevo l'attaccante, quindi, per fare un paragone, direi Marco Borriello. Mi sarebbe piaciuto essere un giocatore come lui. Sì, compreso il gossip e compresa Belen (ride, ndr)."

La fidanzata Gaia: "Ho conosciuto Gaia in ambito tennistico e Peki è il suo soprannome. È l'abbreviazione del suo cognome, Pecorelli, ma è anche un diminutivo: siccome è piccolina e in spagnolo si dice pequena. La chiamo Peki e in campo per caricarmi dico vampa Peki, che è diventato anche un hashtag". 

Prossimi impegni: "Devo preparare il torneo di Wimbledon, dove entrerò fra le teste di serie. Voglio dire la mia anche lì. C'è tanta fiducia e consapevolezza. Ho chiesto al mio manager di poter prendere qualche giorno di riposo, sono stati mesi difficili con tanta pressione. Gaia verrà con me e sarà al mio fianco anche nei prossimi tornei visto che mi ha seguito a Budapest  e ho vinto, è venuta a Parigi e sono arrivato in semifinale, quindi i nostri viaggi saranno sicuramente con la racchetta."

Fiorello: "Essendo anche lui siciliano ci siamo capiti subito. Abbiamo giocato insieme l'anno scorso e mi ha mandato dei messaggi con i suoi consigli su come affrontare le partite, diciamo che è stato il mio coach aggiunto."

L'Italia mi ama? "Forse perché volevo fare il calciatore mi piace il calore del pubblico, sono orgoglioso che parte dell'Italia si sia fermata a vedere le mie partite. Addirittura alcuni uffici hanno montato il maxischermo per vedere la mia vittoria contro Djokovic, uno dei tennisti più forti di sempre. Mi dispiace non essere arrivato in finale, ma ho vinto un trofeo che renderà felice gli italiani".

(Chi)