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Cabrini: “Da bambino tifavo Milan, mi piacerebbe allenare. Ho sacchi di lettere d’amore…”

L'ex giocatore bianconero si è raccontato in un'intervista alla rivista Sono

Redazione Golssip

Antonio Cabrini si è raccontato in una lunga intervista alla rivista Sono. Il bell'Antonio ha parlato di tutto: dalla fede calcistica alle lettere d'amore: "Io bianconero? Di maglia. Da lombardo la nostra tifoseria si divide tra Milan e Inter. Da bambino tifavo Milan. Ora sono un simpatizzante milanista con il cuore bianconero. Sono legatissimo alla Juventus. Tredici anni hanno cambiato tutto. Ho vissuto il mondo del calcio non più da tifoso ma come professionista. "

Distrazioni? "No, non mi facevo distrarre dalle partite e dal gioco. Ho sempre diviso le due cose in maniera metodica."

Il mio erede? "Nessuno. Oggi il gioco del calcio è cambiato radicalmente e non si può parlare di eredi. Ci sono ruoli e modi di giocare completamente diversi rispetto ai nostri tempi".

L'Avvocato Agnelli: "Con le sue battute metteva sempre la ciliegina sulla torta. L'avvocato non si soffermava sulle qualità del singolo giocatore ma parlava soprattutto della squadra. Era un grande tifoso."

Gay nel calcio? "Anche se nel calcio stanno cambiando molte cose non siamo ancora pronti. Non è l'atleta a non essere pronto ma i tifosi, che non sarebbero in grado di accettare certe situazioni. Questo vale soprattutto per il mondo latino."

Esperienza come allenatore: "Ho allenato per molti anni in serie C e B. Sono andato dappertutto. Poi per cinque anni ho vissuto questa avventura come Ct della Nazionale femminile ma se dovesse capitarmi un'opportunità mi piacerebbe ritornare al calcio maschile."

Li ha ancora i sacchi pieni di lettere d'amore che spedivano a casa e che sua mamma conserva ancora? "Sono ancora là. Non ho avuto tempo, ma non escludo di farlo prima o poi. Chissà, devono capitarmi sotto mano. Per ora non vado certo a riaprirli."

(Sono)

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