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Vialli: “Agnelli ci chiamava alle 6 di mattina. Buffon? Gli auguro solamente una cosa…”

L'intervista di Vanity Fair all'ex giocatore della Juventus

Redazione Golssip

Gianluca Vialli, opinionista per Sky Sport, ai Mondiali tiferà Brasile (in assenza dell'Italia). L'ex giocatore di Sampdoria e Juventus ha parlato dell'addio al calcio di Gigi Buffon: "Nessun consiglio. Se si ritirerà, gli auguro solo di trovare l’equilibrio. A un calciatore a fine carriera serve per convivere con la mancanza di quelle botte di adrenalina che ha avuto ogni weekend degli ultimi vent’anni. E per cercarne di nuove. Io, le mie, le ho trovate davanti a una telecamera".

Il futuro di Vialli: "Non lo so. Ma mi piacerebbe gestire una squadra di calcio, sto studiando l’ipotesi da anni. Se mi assumono? Tolgo il cellulare ai calciatori (ride). Ora i giocatori sono aziende medio-piccole, legittimamente interessati a portare avanti il proprio brand personale. Il concetto di squadra è cambiato. Ma per me è importante che tornino a passare del tempo insieme, e non stiano, in ritiro, ognuno ripiegato sul proprio smartphone".

Le famose telefonate mattutine di Gianni Agnelli? "Se le ricevevo anche io? Come no. Alle 6 del mattino. Il problema era che tra tutti i pregi, l’Avvocato non aveva quello della pazienza. Se capiva che non avevi niente di interessante, intelligente e ficcante da dire – ripeto, alle 6 del mattino – ti licenziava subito: “Va bene, la saluto, buona giornata”. Nel frattempo tu ti eri giocato la reputazione, e ti eri svegliato… un incubo, per me che non andavo a letto prima delle due. Ero entrato in confidenza con le sue segretarie. Riuscii a farmi mettere in fondo alla lista. Guadagnai un’ora e mezzo di sonno in più. Stabilii con loro anche una parola d’ordine, per verificare che fosse veramente lui a chiamare e non il solito scherzo dei miei compagni. Quale? Questo non lo dirò mai. Rimarrà un segreto in bianco e nero".

(Vanity Fair)

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