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Coco: “Mai toccata la cocaina. Corona? Nulla di sessuale in quelle foto. Ora voglio…”

L'ex difensore di Milan e Inter si racconta nel corso di una lunga intervista

alfa

Una carriera da calciatore che prometteva benissimo, con i paragoni con mostri sacri del calcio come Paolo Maldini, terminata troppo presto per colpa dei tanti infortuni; le voci, gli scandali e le malignità che ne hanno contraddistinto la vita extra campo. Francesco Coco, nel corso di una lunga intervista concessa a gianlucadimarzio.com, ha ripercorso la sua carriera, cogliendo l'occasione per togliersi diversi sassolini dalla scarpa. A cominciare dal tanto chiacchierato interesse per il cinema: "Hanno detto persino che ero andato a Hollywood per fare l'attore. Mi viene da ridere: ho sempre rifiutato anche le parti piccole nelle fiction. Ho partecipato all'Isola dei Famosi nel 2007 per l'amicizia che mi lega a Simona Ventura. Lo rifarei: è tutto vero là e a me è servito molto".

COCAINA - "Non ho mai toccato la cocaina. Non mi è mai interessata. L'educazione che mi ha dato mia madre mi ha sempre tenuto alla larga da certe schifezze. Dicevano che mi drogavo anche quando giocavo. Avrò fatto 1500 prove antidoping, altri prelievi del capello a sorpresa: mai niente. Bastava una serata fuori, una bella ragazza accanto e automaticamente ero un tossico. Ho accettato ogni cattiveria, ma questa non l'ho mai sopportata".

CORONA E LE FOTO SCANDALO - "Stavo prendendo il sole nudo in barca coi miei migliori amici. Questo c'era nelle foto: sorrisi e qualche costume in meno. Niente di sessuale. Le foto?Per me potevano anche uscire, non c'era nulla di compromettente. Accettai la decisione del Milan di non consentirne la diffusione, meno quella di pagare di tasca mia per qualche foto rubata".

PROGETTI FUTURI - "Nessuno pensa ai sacrifici fatti per arrivare a certi livelli. Quanta fatica costa realizzare un sogno. Perché quello è stato il calcio per me, anche se poi è diventato un incubo. Rientro nel calcio, con un gruppo di amici, tra cui l'agente Fifa Fulvio Catellani e lo scout Sasà Varriale, ripartendo dall'emozione degli occhi dei più piccoli. Rivedo la luce dei miei giorni migliori, i primi con un pallone ai piedi. Lì è tutto bello, poi arriva la parte difficile".