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Accuse a CR7, impossibile notificargli l’atto. Melina italiana, la Juve: “Possiamo impegnarci…”

Der Spiegel ha ricostruito le incredibili peripezie burocratiche che sta affrontando l'avvocato della Mayorga

Redazione Golssip

Ad occuparsi del caso Mayorga-Cristiano Ronaldo è ancora una volta Der Spiegel, che ha voluto vederci chiaro nella vicenda e ha ricostruito una serie di trappole burocratiche che hanno impedito all'avvocato della donna di consegnare l'atto al giocatore della Juventus. La rivista Oggi ne fa un preciso resoconto. Negli Stati Uniti infatti non esiste la figura dell'ufficiale giudiziario e l'atto va consegnato dall'avvocato della parte. Stovall (avvocato della Mayorga) quindi segue la procedura standard e spedisce l'atto di citazione all'avvocato di CR7 di Las Vegas, ma questo si rifiuta di riceverlo definendosi non autorizzato. "A Stovall viene detto che Cristiano Ronaldo vuole appellarsi alla Convenzione dell'Aja sulle notifiche all'estero: l'atto gli deve essere trasmesso a domicilio a Torino e da un giudice italiano. La Mayorga si rivolge quindi ad una società specializzata nella notifica di atti giudiziari, che in cambio di una somma non rivelata si accolla due missioni: scoprire il recapito torinese di CR7 e inviargli o consegnargli a mano l'atto".

Stovall racconta che questa società avrebbe poi a sua volta subappaltato l'incarico a due società italiane. Der Spiegel spiega quindi come la società specializzata in notifiche di atti giudiziari scelta dalla Mayorga decida di affidarsi a due società italiane. "La prima - scrive Der Spiegel - rifiuta perché 'intimorita dalle guardie del corpo di Ronaldo e dalla loro reputazione'. La seconda chiede, per il fastidio, 1.500 euro, ma non riesce ad ottenere un'informazione: l'indirizzo della magione dove risiedono cristiano Ronaldo, Georgina e figli. Indirizzo che qualunque paparazzo piemontese è in grado di fornire anche gratis. La Mayorga si sarebbe rivolta pure alla Juventus, ottenendo una collaborazione piuttosto tiepida (il succo è "Ci possiamo impegnare solo a inoltrargli le carte"). La "melina" rischiava di far scadere i termini (120 giorni) per notificare l'atto ed è per questo che la Mayorga si rivolge, a gennaio 2019, alla Corte Federale".

(Oggi-Der Spiegel)